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Scelta Civica: il progetto è valido, le liste del FVG no

A Mario Monti, come premier tecnico e come riferimento politico, vanno riconosciuti molti meriti: autore di un'azione di governo sofferta ma decisiva sul piano dei conti pubblici, dell'affidabilità internazionale, delle definizione di un'agenda di riforme. Si è proposto dopo un ventennio di lacerazioni bipolariste come punto di riferimento possibile di un'area liberaldemocratica, come estensore di un progetto su cui far convergere le sensibilità laiche e cattoliche e i desiderata liberali e riformisti, risultando attrattivo per coloro che fuori dal palazzo spingono per un rinnovamento concettuale, operativo, financo lessicale della politica italiana e degli attori impegnati sulla sua scena.



Trattandosi di un cartello elettorale con promotori eterogenei e tempi ristrettissimi di realizzazione, il progetto non può che tendere a calamitare gli autentici innovatori quanto gli avvoltoi, l'associazionismo specchiabilmente organizzato quanto quello carsicamente raccomandato.
La composizione delle Liste nel Friuli Venezia Giulia, contrariamente a quelle di altre fortunate circoscrizioni, ha tradito l'impegno del mondo dell'associazionismo volto a costituire un perimetro autenticamente riformista.


La scelta di presentare come capolista al Senato l'ex vice capogruppo del Partito Democratico Alessandro Maran lascia perplessi, non tanto per le posizioni espresse nel corso della legislatura dal suddetto politico filo-renziano, quanto per i tempi e i modi con cui si è esercitato in una autentica piroetta che sa tanto di vecchia politica. Del resto con tre legislature sulle spalle qualcosa avrà pure imparato. Tra smentite decise, dichiarazioni di fedeltà, conferme ufficiose, Maran è passato da escluso eccellente del PD alla rielezione certa come supporter del professore.

Possiamo facilmente unire i nomi dei due capolista quali soggetti politici veri e propri, estranei al percorso di rinnovamento, delineato soprattutto per quanto riguarda la componente esplicitamente civica della lista concorrente alla Camera dei deputati.


Con l'imposizione del dottor Gianluigi Gigli inoltre vengono schiaffeggiate le posizioni laico-liberali. L'associazionismo regionale che ha sostenuto il progetto e partecipato alla convention Verso la Terza Repubblica (il big bang della società civile pro Monti) è stato collocato in subordine per volontà lontane ed evidentemente superiori (i famosi "ambienti ecclesiastici romani", di cui Il Piccolo di Trieste fece menzione?).
Il Friuli Venezia Giulia, insomma, è stato usato come luogo di compensazione molto probabilmente per giustificare equilibri nazionali.

Avrei francamente auspicato l'individuazione di un capolista più credibile come portavoce di quanti chiedono una maggiore efficienza dello stato, una riduzione delle tasse e della spesa, un allargamento della sfera delle libertà e dei diritti. Meglio sarebbe stato ricorrere a candidature in grado di rappresentare ex novo il mondo dell'impresa o delle professioni, della cultura o della ricerca, magari le piccole eccellenze emerse nella difficoltà della crisi. Persone soprattutto in grado di capire che le sfide di un progetto riformista sono anche legate alla necessità di affrontare temi quali la tutela delle coppie di fatto e dei legami omosessuali, la libertà di scelta nel fine vita o la cittadinanza per  i figli degli immigrati stabilmente residenti in Italia.
La rappresentanza della lista d'ispirazione civica è stata dunque appaltata a un candidato perfettamente assimilabile a quelli dei partiti che sul senso di appartenenza religiosa e sulle posizioni socialmente conservatrici costituiscono il proprio blocco elettorale di riferimento.

Seppur onorato di essere stato scelto quale candidato di Scelta Civica, investito della possibilità di un'autentica e disinteressata testimonianza come dodicesimo in lista, e pur ritenendo la proposta di Mario Monti l'unica valida per assicurare un governo al Paese, non intendo prestare il mio umile contributo e la mia credibilità di rappresentante delle sensibilità liberali e riformiste a sostegno delle liste pro Monti del Friuli Venezia Giulia.

Mi unisco pertanto anch'io al rifiuto di prestarsi a questa operazione già espresso da Italia Futura FVG, dal Forum regionale dei cattolici di area Todi e dal movimento civico dei Cittadini che invito a non disperdersi. Il contributo di queste energie e di questi intelletti deve guardare oltre il cartello elettorale e l'imminente scadenza della consultazione e lavorare a una start up politica aperta al contributo dei molti onesti delusi e dei movimenti pronti a condividere una piattaforma di riforme e rinnovamento.

https://twitter.com/ale_briga

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